Test udito: come prevenire l’insorgere di patologie

esame dell'udito con specialista

Prevenire è sempre meglio che curare, e questo è ancor più vero se si parla di patologie dell’udito. Un test dell’udito può rivelarsi fondamentale.

Soprattutto dopo i 30 anni è ampiamente consigliato sottoporsi a controlli regolari per individuare precocemente la presenza di eventuali ipoacusie o altre patologie dell’udito.

Uno dei modi con cui si può controllare lo stato del nostro apparato uditivo è il test dell’udito, conosciuto come esame audiometrico.

Il test audiometrico di Audio Medica Varese è facile da effettuare, veloce, non invasivo e fornisce indicazioni fondamentali sulla capacità uditiva, su eventuali problemi correlati all’orecchio e su come intervenire per risolverli.

L’esame audiometrico

L’esame audiometrico valuta, attraverso una specifica strumentazione, la soglia uditiva della persona, ovvero la minima intensità di suono che riesce a percepire.

Si utilizzano delle cuffie, posizionate su entrambe le orecchie, che trasmettono suoni di diversa frequenza e intensità, prima in un orecchio e poi nell’altro. Non appena la persona che si sottopone al test avverte la minima intensità di suono, deve alzare la mano o schiacciare un pulsante.

La persona interessata, appena avverte la minima intensità sonora, dovrà alzare la mano o schiacciare un pulsante. I valori risultanti dal test vengono poi traposti su di un grafico chiamato audiogramma.

Nel caso venga registrato un calo uditivo, l’esame deve essere completato dall’audiometria per via ossea che aiuterà gli specialisti a stabilire se il problema è da ricondurre al sistema di trasmissione del suono, al sistema sensoriale o a entrambi.

Leggere i risultati: l’audiogramma

L’audiogramma raffigura, frequenza per frequenza, la minima intensità sonora, misurata in decibel (dB), che una persona riesce a udire.

Le frequenze su cui viene solitamente testata la capacità uditiva sono: 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000, 8000 Hertz (Hz). Si comincia partendo dai 10 dB di intensità e si aumenta gradualmente fino a che la persona non percepisce il suono.

L’orecchio destro è identificato con il cerchio rosso, il sinistro con la X blu o nera. I risultati sono trascritti nel grafico e così si rappresenta la soglia minima uditiva del soggetto testato.

Per definire quali siano i livelli di soglia uditiva e determinare la presenza di una eventuale ipoacusia si utilizza la media della somma dell’intensità minima percepita sulle tre frequenze centrali (500-1000-2000 Hz).

Quando il valore medio delle frequenze centrali è compreso tra 0 e 20 dB allora il risultato dell’audiogramma è positivo e non vi è alcun calo uditivo. In tutti gli altri casi si è in presenza di una ipoacusia che si può manifestare in quattro diverse intensità: lieve (21-40 dB); moderata (41-70 dB); severa (71-90 dB) e profonda (>91 dB).

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Ipoacusia: cos’è e come può essere trattata

anziano che mette l'apparecchio all'orecchio

L’ipoacusia, meglio conosciuta come sordità, è un disturbo dell’udito che si manifesta in diversi livelli, partendo dalla parziale e leggera fino alla totale incapacità uditiva. È molto diffusa, circa 500 milioni di persone ne soffrono, di cui solo 1/3 in età pensionabile. I numeri sembrano in crescita anche per i più giovani e questo è dovuto all’eccessiva esposizione a rumori troppo elevati, come la musica ad alto volume nelle cuffie.

Le ipoacusie possono essere trattate intervenendo medicalmente e chirurgicamente oppure attraverso l’applicazione di una protesi acustica. Vediamo insieme come.

Cosa sono e come si manifestano le ipoacusie?

A seconda della zona dell’apparato uditivo affetta, le ipoacusie possono essere più o meno complesse: le condizioni che compromettono il canale uditivo, la membrana timpanica o le strutture dell’orecchio medio determinano ipoacusia trasmissiva, mentre i processi che interessano la coclea e le vie nervose che trasducono la sensazione uditiva provocano ipoacusia neurosensoriale. La sordità totale invece può essere anche trasmessa geneticamente.

L’ipoacusia neurosensoriale è la forma più grave, in quanto quasi sempre permanente, e richiede un percorso di riabilitazione. L’ipoacusia trasmissiva invece è trattabile medicalmente e chirurgicamente perché causata da malformazioni, traumi e processi infiammatori dell’apparato di trasmissione dei suoni nell’orecchio esterno e medio.

I livelli di intensità delle ipoacusie variano da leggera alle invalidanti moderata, severa e profonda.

Il trattamento: le protesi acustiche

Nei casi invalidanti o laddove non si possa intervenire attraverso farmacologicamente o chirurgicamente, è possibile optare per l’applicazione di una protesi acustica, anche conosciuta come apparecchio acustico. L’apparecchio acustico è un ausilio uditivo che elabora i segnali acustici e permette ai segnali sonori da lui amplificati di raggiungere il campo dinamico uditivo, riducendo gli effetti dell’ipoacusia.

La qualità di amplificazione degli apparecchi è nettamente migliorata rispetto solo a qualche decina di anni fa grazie al miglioramento tecnologico che ha reso possibile l’installazione di microprocessori che, prima, amplificano digitalmente i suoni e poi li ritrasformano nuovamente inviandoli al timpano.

Gli apparecchi attuali sono in grado di individuare la presenza della voce e di adattare di conseguenza le modalità di amplificazione dell’apparecchio, migliorando la comprensione della voce nel rumore.

L’applicazione protesica richiede una profonda preparazione tecnica e audiologica, sia in fase diagnostica che terapeutica: ogni paziente deve essere seguito e valutato dall’audioprotesista per scegliere il modello più indicato alla risoluzione del problema uditivo di quel singolo paziente.

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Apparecchi acustici: tipologie e caratteristiche

apparecchi acustici

I primi apparecchi acustici vennero presentati a metà degli anni ’90, rivoluzionando il modo in cui venivano trattate le ipoacusie.

Rispetto ai modelli precedenti erano più adattabili in forma e dimensione e conquistarono il mercato in poco tempo. Gli apparecchi odierni sono tuttora basati sulla stessa tecnologia e si dividono in tipologie a seconda del posizionamento e del bisogno dell’utente.

Insieme ad Audio Medica Varese andiamo a scoprirle nel dettaglio.

Tipologie di apparecchi acustici

Gli apparecchi acustici si dividono principalmente in due tipologie: retroauricolari e endoauricolari.

I retroarticolari si distinguono a loro volta in BTE, dall’inglese Behind The Ear, e RIC, Receiver In the Canal. Gli endoauricolari invece sono disponibili in ITE, Inside The Ear, e CIC, Completely In the Canal.

Ogni apparecchio ha caratteristiche studiate per esigenze particolari. Vediamo quale modello è più adatto a chi e perché.

Le caratteristiche dei prodotti

I retroauricolari più classici sono i BTE: l’apparecchio è posizionato dietro l’orecchio, come suggerisce il nome, ed è collegato da un tubicino ad un inserto auricolare chiamato chiocciola inserito nell’orecchio del portatore.

Sono gli apparecchi di dimensioni più grandi e in grado di correggere qualsiasi grado di ipoacusia. La variante RIC ha il vantaggio di non richiedere alcun inserto auricolare, che a volte può causare infiammazioni all’orecchio.

Questo è possibile perché il trasduttore acustico non è fissato nell’apparecchio stesso, bensì è inserito nel condotto uditivo vicino al timpano e collegato da un sottile cavetto, e data la distanza minima tra i due garantisce meno perdite di segnale e una qualità di suono migliore.

Gli endoauricolari sono invece utilizzati per le ipoacusie lievi e medie e sono completamente inseriti all’interno dell’orecchio. La comodità e il basso impatto estetico sono però controbilanciati da possibili problematicità, come il fenomeno della retroazione, causato dalla vicinanza di ricevitore e microfono, o l’effetto di occlusione che aumenta l’intensità di volume percepita della propria voce.

Gli endoauricolari CIC sono una versione ancora più piccola degli ITE e vengono posizionati nella profondità del condotto uditivo così da risultare apparentemente invisibili; tuttavia, data la loro dimensione così ridotta, sono utilizzati solo in caso di ipoacusie lievi.

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