Test udito: perché effettuarlo regolarmente

test udito

L’udito è un senso essenziale per la comunicazione e la partecipazione attiva alla società.  

Tuttavia, la perdita dell’udito è un problema che colpisce molte persone in tutto il mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 15% degli adulti ha problemi di udito, e questo numero aumenta al 33% per gli anziani di età superiore ai 65 anni. Un test all’udito può aiutare a individuare precocemente problemi di udito e prevenirne altri in futuro.

Nella’articolo di oggi, AudioMedica Varese ci parla dell’importanza di effettuare questo tipo di test con regolarità.

La rilevanza del test all’udito nella prevenzione dei problemi di udito

Un test all’udito è un esame medico non invasivo che viene eseguito per valutare la capacità dell’individuo di percepire i suoni.

Durante il test, vengono utilizzati auricolari e cuffie per inviare suoni a diverse frequenze e intensità all’orecchio dell’individuo. La persona che esegue il test registra le risposte dell’individuo ai suoni, il che permette di determinare la sua capacità uditiva. Il test all’udito può aiutare a individuare la presenza di problemi di udito come la perdita uditiva, l’ipoacusia e la disacusia.

Ma chi dovrebbe sottoporsi a un test all’udito? In realtà, chiunque si preoccupi della propria salute uditiva dovrebbe sottoporsi a un test all’udito almeno una volta all’anno. Questo vale soprattutto per le persone che hanno maggiori probabilità di incorrere in problemi di udito, come gli anziani, coloro che lavorano in ambienti rumorosi, e coloro che hanno familiarità con la perdita uditiva.

Perché effettuare il test dell’udito

La perdita dell’udito può avere un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita. In molti casi, causa problemi di comunicazione, isolamento sociale, depressione e ansia. Inoltre, la perdita dell’udito può aumentare il rischio di cadute, problemi di memoria e demenza.

Sottoporsi regolarmente a un test all’udito può aiutare a prevenire danni futuri e migliorare la qualità della vita. Se un problema di udito viene individuato precocemente, è più facile da trattare e può prevenire il deterioramento dell’udito. Ad esempio, in alcuni casi, la perdita uditiva può essere causata da un accumulo di cerume nell’orecchio, che può essere facilmente rimosso da un medico o da un audiologo. In altri casi, l’uso di apparecchi acustici o impianti cocleari può aiutare a migliorare l’udito.

Infine, è importante sottolineare che la perdita uditiva può essere associata ad altre patologie, come la demenza e l’Alzheimer. Studi recenti hanno dimostrato che i problemi di udito possono aumentare il rischio di demenza del 20-30%. Ci sono anche prove che dimostrano che un trattamento precoce della perdita uditiva può aiutare a ridurre il rischio di demenza e migliorare la funzione cognitiva.

Se hai problemi di udito o sei preoccupato per la tua salute uditiva, è importante consultare un medico o un audiologo. Ricorda, la prevenzione è la migliore cura e un test all’udito può aiutare a individuare problemi di udito precocemente e prevenirne altri in futuro.

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Prevenzione udito: come proteggere il tuo orecchio

prevenzione udito

L’udito è uno dei cinque sensi più importanti e cruciali per la nostra vita quotidiana.

La perdita dell’udito può influire negativamente sulla qualità della vita e sulla vita sociale pertanto, è importante prenderti cura della tua salute uditiva ed porre attenzione sulla prevenzione dell’udito.

In questo articolo, noi di AudioMedica Varese, ti daremo alcune indicazioni su come prenderti cura dell’udito.

Cosa causa la perdita dell’udito

La perdita dell’udito può essere causata da molte ragioni, come l’età, la genetica, l’esposizione a rumori forti, malattie, traumi e infezioni. È importante conoscere le cause comuni della perdita dell’udito per poter prendere le misure preventive appropriate.

Esistono diversi fattori di rischio per la perdita dell’udito, che possono aumentare la probabilità di perdita dell’udito. Tra questi troviamo: l’esposizione a rumori forti e costanti, il fumo, la mancanza di sonno, lo stress, l’esposizione a prodotti chimici tossici. Conoscere i fattori di rischio è il primo passo per prevenire la perdita dell’udito.

Prevenzione udito, come proteggere nella vita quotidiana

Proteggere il tuo udito nella vita quotidiana è molto semplice. Ecco alcuni modi per proteggere il tuo udito:

  • Evita di essere esposto a rumori forti per lunghi periodi di tempo
  • Usa i tappi per le orecchie quando sei esposto a rumori forti
  • Mantieni uno stile di vita sano, evitando il fumo e mangiando una dieta equilibrata
  • Dormi abbastanza e cerca di gestire lo stress
  • Fai una pausa dalle fonti di rumore quando puoi
  • Parla con il tuo medico se hai problemi di udito o sei preoccupato per la tua salute uditiva.

L’importanza di una diagnosi precoce nella prevenzione delle patologie dell’udito

Se hai problemi di udito o sei preoccupato per la tua salute uditiva, è importante che tu vada da un medico o da un audiologo il prima possibile. Una diagnosi precoce può aiutare a identificare i problemi e a prevenire ulteriori danni.

Mantenere uno stile di vita sano è uno dei modi migliori per prevenire la perdita dell’udito. Tuttavia, le patologie dell’udito possono insorgere e può essere necessaria una diagnosi della patologia.

Per diagnosticare eventuali patologie dell’udito, è importante sottoporsi a visite specialistiche da un audiologo.

La prima visita consiste in una valutazione audiometrica, che misura la percezione sonora dell’orecchio e identifica eventuali perdite uditive. Inoltre, può essere effettuato un test chiamato immissione acustica, che valuta la capacità dell’orecchio di elaborare i suoni e di trasmetterli al cervello.

Se necessario, l’audiologo può anche prescrivere ulteriori test, come una risonanza magnetica o un esame timpano-metrico, per identificare la causa della perdita uditiva e pianificare un trattamento adeguato. È importante non trascurare i sintomi e sottoporsi a una valutazione tempestiva per prevenire eventuali danni permanenti all’udito.

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Per quanto tempo indossare l’apparecchio acustico

apparecchio acustico

Indossare un apparecchio acustico può essere un’esperienza molto utile per molte persone che soffrono di perdite uditive.

Tuttavia, non è sempre chiaro per quanto tempo durante la giornata sia necessario indossare l’apparecchio acustico per ottenere i migliori risultati.

In questo articolo di AudioMedica Varese esploreremo i fattori che influenzano la durata consigliata di utilizzo degli apparecchi acustici, offrendo suggerimenti su come ottenere il massimo benefici dal vostro dispositivo.

Cosa sono e a cosa servono le protesi acustiche

Gli apparecchi acustici, o protesi acustiche, sono dei piccoli dispositivi elettronici che permettono alle persone con ridotte capacità uditive di sentire meglio, anche in ambienti particolarmente rumorosi.

Questi dispositivi si dividono in due categorie:

  • retroauricolari, indossati dietro all’orecchio esterno del paziente;
  • endoauricolari, inseriti dentro all’orecchio esterno.

Quando indossare l’apparecchio acustico

Diversi studi dimostrano come, soprattutto nel periodo di adattamento iniziale è fondamentale portare i dispositivi acustici il più a lungo possibile.

Questo perché nella maggior parte delle persone ipoacusiche, la sordità si è sviluppata gradualmente nel corso degli anni e di conseguenza anche il cervello, dove avviene il processo di comprensione, si è abituato a non sentire.

Proprio per questo motivo bisogna aiutare il cervello a identificare ed elaborare i suoni, e questo processo avviene meglio in un ambiente tranquillo e familiare piuttosto che in situazioni con molti rumori di fondo.

Soprattutto nel periodo di adattamento iniziale, quindi, è fondamentale portare gli apparecchi acustici il più a lungo possibile, meglio se dalla mattina fino alla sera. 

In questo modo il cervello viene stimolato da suoni diversi e si riabitua alla prestazione uditiva. Quindi, contrariamente a quanto viene spesso pensato, l’udito non viene allenato togliendo gli apparecchi acustici di tanto in tanto.

Il periodo di adattamento non ha una durata uguale per tutti e può protrarsi per qualche mese. Ciò dipende dal grado di perdita dell’udito e dopo quanto tempo si è deciso di intervenire.

Apparecchio acustico: perché portarlo il più possibile

Inizialmente, l’utilizzo dell’apparecchio potrebbe causare fastidio e alcuni suoni possono sembrare piuttosto forti e persino strani. Portando gli apparecchi acustici il più a lungo possibile il soggetto si abituerà più facilmente al nuovo modo di sentire, soprattutto nel periodo di adattamento iniziale.

Utilizzare i dispostivi, giorno dopo giorno, permetterà di sentire e capire meglio in maniera del tutto naturale.

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Ipoacusia e acufeni, come sono connessi

ipoacusia e acufeni

Secondo diversi studi medici esisterebbe una correlazione tra ipoacusia e acufeni anche se le cause non sempre sono chiare.

Nell’articolo di oggi, insieme ad AudioMedica Varese, andremo ad analizzare la correlazione tra ipoacusia e acufeni, soffermandoci anche sui singoli disturbi.

Cos’è l’ipoacusia

L’ipoacusia o perdita dell’udito è l’incapacità, parziale o totale, di percepire un suono in una o entrambe le orecchie.

L’ipoacusia può essere definita:

  • congenita se il soggetto nasce con un deficit uditivo;
  • presbiacusia nei soggetti che tendono a sviluppare un deficit uditivo gradualmente con l’avanzare dell’età;
  • una conseguenza di malattie o traumi fisici.

Cos’è l’acufene

Con il termine acufene, invece, si fa rifermento al fischio o ronzio che si può avvertire nell’orecchio.

Si tratta di un fenomeno che può manifestarsi gradualmente nel tempo o verificarsi improvvisamente. Anche in questo caso, può essere bilaterale, e quindi avvertito in entrambe le orecchie, o percepito da un solo orecchio (quindi unilaterale).

In genere si parla di fischio o ronzio, ma in realtà è descritto anche come un sibilo, un fruscio, uno stridore o un soffio.

Anche la durata varia da persona a persona e può essere passeggero, comparire solo una volta, manifestarsi a intervalli di tempo o diventare cronico.

Connessione tra ipoacusia e acufeni

L’associazione tra ipoacusia e acufeni non avviene sempre. Tuttavia, le statistiche evidenziano percentuali di correlazione tra i due fenomeni molto alte. Circa l’80% di coloro che soffrono di ipoacusia neurosensoriale idiopatica è affetto anche da acufene e altrettanti pazienti con otosclerosi, soffrono anche di acufene.

Inoltre, 8 persone su 10, tra quelle affette da acufeni, testimoniano di soffrire anche di ipoacusia. 

Il motivo per cui ipoacusia e acufeni si possono manifestare insieme risiede nel fatto che l’ipoacusia influisce sui segnali inviati dall’orecchio al cervello e quando questi tornano indietro creano la sensazione del fischio. Per questo motivo chi soffre di perdita dell’udito potrebbe soffrire anche di acufene. 

L’acufene, invece, nonostante non sia causa di per sé la perdita uditiva, può causare una sensazione di udito debole a causa del fischio percepito dal paziente può distrarre e rendere difficile sentire altri suoni. 

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Cos’è la sindrome di Alport e cosa comporta per l’udito

sindrome di alport

La Sindrome di Alport è una rara malattia genetica di tipo ereditario che causa un calo dell’udito, anomalie oculari, oltre alla perdita delle funzioni renali.

Oggi, AudioMedica Varese ci parlerà della sindrome di Alport spiegandoci cos’è e cosa comporta.

Cos’è la Sindrome di Alport

La sindrome di Alport (AS) è una malattia rara causata da un difetto della sintesi del collagene che interessa principalmente il sistema renale, uditivo e visivo.

Il collagene costituisce la struttura fondamentale del tessuto connettivo e rappresenta un componente indispensabile della struttura delle membrane basali dei reni, degli occhi e dell’orecchio.

Le cause della Sindrome di Alport

Si tratta di una patologia prevalentemente legata al cromosoma X che ne rappresenta la forma più comune.

La malattia varia in base al soggetto, anche all’interno della stessa famiglia, e può interessare sia i bambini che gli adulti ed è imprevedibile sia per quanto riguarda il momento in cui si manifesta sia per la progressione e per il coinvolgimento dei vari organi. 

Sindrome di Alport, cosa comporta

L’alterazione della sintesi di collagene provoca fibrosi progressiva a livello renale con conseguente insufficienza renale cronica negli stadi finali.

A livello uditivo, causa sordità parziale, ovvero un’ipoacusia neurosensoriale. Questa impedisce al paziente di avvertire i suoni alle alte frequenze.
I sintomi variano in relazione al gene oggetto di mutazione e al tipo di ereditarietà.

Per essere certi che si tratti della sindrome di Alport occorre verificare che vi siano:

  • Storia familiare di nefrite con inspiegata ematuria;
  • Ematuria persistente senza diagnosi di alcun’altra nefropatia ereditaria;
  • Ipoacusia neurosensoriale bilaterale nell’intervallo di frequenze da 2000 a 8000 Hz. La perdita di udito si sviluppa gradualmente, non è presente nella prima infanzia, ma spesso appare prima dei 30 anni;
  • Mutazione nel gene COL4An (dove n = 3, 4 o 5);
  • Evidenza immunoistochimica di completa o parziale carenza dell’epitopo di Alport (marker antigenico);
  • Estese anormalità dell’ultrastruttura della membrana basale glomerulare;
  • Lesioni oculari, come lenticono anteriore, cataratta e chiazze retiniche.
  • Progressione graduale all’insufficienza renale terminale di almeno due membri della famiglia.
  • Macrotrombocitopenia o inclusioni granulocitiche.
  • Diffusa leiomiomatosi dell’esofago o dei genitali femminili, o entrambi.

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Cosa sono i disturbi dell’equilibrio

disturbi dell'equilibrio

Quando di parla di disturbi dell’equilibrio si fa riferimento a patologie che comportano una sensazione di movimento anche da fermi

Nell’articolo di oggi, AudioMedica Varese ci parlerà dei disturbi dell’equilibrio spiegandoci meglio di cosa si tratta.

I disturbi dell’equilibrio

Si parla di disturbi dell’equilibrio si fa riferimento a quando nonostante si stia fermi, in piedi o seduti, si avverte una sensazione di movimento come se si stesse girando.

Alla base del fenomeno possono esserci problemi diversi, tra cui infezioni dell’orecchio interno o infiammazioni, influenza o infezioni delle vie aeree superiori, la sindrome di Ménière, un trauma cranico o un esercizio fisico molto intenso, un cambiamento della pressione atmosferica e il mal di mare.

I disturbi dell’equilibrio, le cause

I problemi all’equilibrio di solito sono causati da disturbi delle parti dell’orecchio e del cervello coinvolte nell’equilibrio, ovvero:

  • orecchio interno;
  • Tronco cerebrale e cervelletto;
  • Tratti nervosi che collegano l’orecchio interno al tronco cerebrale e al cervelletto.

L’orecchio interno contiene strutture (come i canali semicircolari, il sacculo e l’utricolo) che consentono al corpo di rilevare posizione e movimento.

Le informazioni provenienti da queste strutture sono inviate al cervello attraverso il nervo vestibolo cocleare e sono elaborate nel tronco cerebrale, che regola la postura, e inviate nel cervelletto, che coordina i movimenti, per fornire il senso dell’equilibrio. Una patologia a carico di una qualsiasi di queste strutture può causare disturbi dell’equilibrio. I disturbi dell’orecchio interno talvolta causano anche una perdita dell’udito e/o fischio nelle orecchie.

Le cause

Le cause più comuni dei disturbi all’orecchio includono:

  • vertigine posizionale parossistica benigna;
  • sindrome di ménière;
  • neurotite vestibolare;
  • labirintite;
  • Emicrania vestibolare.
  • I disturbi dell’equilibrio possono essere causati anche da:
  • Effetti dei farmaci;
  • Cause multifattoriali.

Alcuni farmaci sono direttamente tossici per i nervi delle orecchie e/o gli organi dell’equilibrio (farmaci otossici) causando capogiri e incapacità di mettere a fuoco un obiettivo visivo (oscillopsia).

Altri farmaci, come i sedativi, influiscono sul complesso cerebrale. Nelle persone anziane, i capogiri spesso sono riconducibili a diversi fattori, di solito una combinazione di effetti collaterali di un farmaco e una riduzione della funzione sensoriale legata all’età.

Se vuoi scoprire di più su questi disturbi, contatta AudioMedica Varese

Sindrome di Menière, cos’è e cosa comporta

sindrome di mèniere

Questa patologia dell’orecchio può causare ipoacusia fluttuante, acufeni, nausea e vomito.

In questo articolo AudioMedica Varese ci parla della Sindrome di Menière, soffermandosi sui sintomi e su ciò che comporta.

Cos’è la sindrome di Menière:

La malattia di Menière è un disturbo dell’orecchio interno che provoca “crisi” episodiche di vertigine oggettiva, ipoacusia fluttuante, acufeni, sensazione di orecchio pieno e spesso nausea e vomito.

Si tratta di un disturbo che, nella maggior parte dei casi, interessa un solo orecchio e può verificarsi in qualsiasi età, soprattutto tra i 20 e i 50 anni.

Sindrome di Menière: le cause

Nonostante vi sia ancora molto da scoprire circa i fattori scatenanti la malattia di Menière, diversi studi dimostrano che vi sia un aumento della pressione del liquido contenuto nel labirinto dell’orecchio interno (idrope).

Inoltre, tra le possibili cause si ha:

  • la predisposizione genetica,
  • infezioni dell’orecchio interno o delle vie aeree superiori
  • traumi della testa.
  • il fumo,
  • consumo eccessivo di caffeina e alcolici e
  • esposizione a rumori di forte intensità.

La malattia di Menière tende ad avere un andamento altalenante, con fasi di acutizzazione dei sintomi a cui seguono fasi di remissione.

Sintomi della Sindrome di Menière

La sindrome di Ménière presenta tre sintomi tipici:

  • Vertigini improvvise: che rappresentano l’elemento caratteristico di questo disturbo e possono durare alcune ore, ma anche più giorni e possono essere accompagnate da forte nausea e vomito.
  • Rumori nell’orecchio e acufene che, in concomitanza con le vertigini, possono manifestarsi sotto forma di tintinnii, rimbombi o ronzii, ma si tratta prevalentemente di fruscii nell’intervallo delle basse frequenze.
  • Perdita dell’udito che, nonostante durante il corso della malattia, interessi entrambe le orecchie, in genere accade che il paziente presenti inizialmente un peggioramento improvviso dell’udito da un solo orecchio. Con la progressione della malattia e il peggioramento dell’indebolimento, aumenta il rischio che la perdita dell’udito diventi permanente.

Cure e rimedi per la sindrome di Menière

La malattia di Menière può essere trattata con diversi approcci utili per trattare sia la fase acuta che quella cronica.

In fase acuta, per alleviare i sintomi, si predilige una terapia farmacologica che comprende: vestibolo-soppressori, diuretici, anti-emetici, cortisonici; mentre, per la malattia si utilizzano degli approcci chirurgici.

Per la diagnosi e conseguente terapia, è fondamentale sottoporsi a visita specialistica, seguita da esame audiometrico, impedenzometrico ed eventualmente risonanza magnetica cerebrale.

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